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Istituto Centrale per gli Archivi - ICAR

MetaFAD: una piattaforma per la descrizione e la fruizione integrata dei beni culturali

Nel luglio 2013 cinque istituti culturali napoletani (Pio monte della misericordiaCappella del tesoro di San Gennaro, Società napoletana di storia patria, Fondazione biblioteca Benedetto Croce , Istituto italiano per gli studi storici) hanno deciso di promuovere, grazie alla cooperazione dell'Istituto centrale per il catalogo unico, un progetto comune, finanziato con fondi europei assegnati dalla Regione Campania per la “Digitalizzazione e messa in rete di archivi e biblioteche pubblici e privati”.

Successivamente alla partnership si sono aggiunti anche l’Istituto Centrale per gli Archivi e l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.

Il fine della cooperazione è la creazione di un ambiente integrato che sia in grado di catalogare unitariamente e mettere a disposizione del pubblico le descrizioni e le immagini relative al beni librari, archivistici e artistici che costituiscono il ricco patrimonio culturale dai cinque Istituti.

Tale patrimonio è fortemente interconnesso e la gestione unitaria ed integrata si propone di evidenziare tale interconnessione, consentendo una fruizione più ricca e storicamente contestualizzata delle sue componenti bibliografiche, archivistiche e artistiche.

Lo strumento per raggiungere questo fine è costituito dallo sviluppo di una piattaforma basata su componenti open source e con il riuso di moduli funzionali realizzati in altri progetti europei (es. MOVIO e Museo & Web CMS).

Oltre alla piattaforma e alle descrizioni del patrimonio dei cinque istituti, il progetto prevede anche la messa a disposizione di una cospicua quantità di riproduzioni digitali.
La base dati accoglie i record relativi al materiale bibliografico, derivandoli direttamente dal Polo SBN tramite riversamenti in formato UNIMARC.
Per i manoscritti è possibile l’importazione tramite il formato TEI dei record catalogati in Manus.
I beni appartenenti alle collezioni museali sono descritti ex novo secondo le normative dettate dall’ICCD, mentre per il materiale grafico (foto, stampe, etc.), già catalogato in SBN, il sistema consente di derivare on line dalla base dati del Polo sia i dati catalografici, tramite protocollo SbnMarc, sia i dati gestionali (inventari, collocazioni) tramite un apposito protocollo, e di completarli con gli ulteriori dati richiesti dall’ICCD per poter essere riversati nel sistema SIGEC.

La teca per la gestione degli oggetti digitali e dei metadati gestionali è costituita da un DAM (Digital Assets Management o sistema di Digital Library) che consente la manipolazione degli oggetti digitali e la generazione dei formati file derivati. Un editor dedicato consente la compilazione semi-automatica dei metadati strutturali per la descrizione fisica del documento e la descrizione logica del testo/contenuto. Specifici servizi della teca consentono sia l’importazione di pacchetti gestionali (MAG e METS) già disponibili sia la generazione ex novo di tali formati secondo i tracciati adottati dai principali aggregatori.

L’integrazione con un OAI-Provider ne consente poi l’esposizione, attraverso il protocollo di comunicazione OAI-PMH. In questo modo è possibile l’interazione (con tracciati MAG) con Internet Culturale, l’aggregatore che presenta le collezioni digitalizzate delle biblioteche italiane.

I metadati nel formato CAT-SAN e METS-SAN rendono possibile l'esportazione automatica delle descrizioni archivistiche e dei metadati degli oggetti digitali verso il Sistema Archivistico Nazionale, l’aggregatore nazionale di risorse archivistiche.

Attraverso invece pacchetti di scambio standard è possibile scambiare dati verso il SIGEC (Sistema Informativo Generale del Catalogo), piattaforma web-based che accoglie le schede descrittive ICCD.

Il progetto e il sistema realizzati sono stati presentati al pubblico il 30 marzo 2017 presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al Collegio Romano. 

Nei mesi successivi il Polo digitale degli istituti culturali di Napoli  è stato aperto alla consultazione online.

Il contributo dell'ICAR

Il modulo descrittivo del dominio archivistico è stato elaborato con la consulenza e l'assistenza dell'Istituto centrale per gli archivi, che ne ha curato, in particolare, l'articolazione concettuale e l'insieme dei tracciati record.

Il contributo dell'ICAR si è sviluppato su linee che, pur nel solco degli standard e delle architetture dei sistemi descrittivi di riferimento sia italiani
che internazionali, propongono elementi di innovazione, in parte ispirati al nuovo modello concettuale elaborato dall'Expert Group on Archival Description(EGAD) del Consiglio Internazionale degli Archivi e denominato Records in Context(s).

In particolare, anche nella predisposizione dei tracciati, si è mirato ad individuare forme di condivisione dei dati e delle descrizioni fra i vari domini interessati (bibliografico, archivistico e artistico) e ad articolare gli archivi di autorità di enti, persone e famiglie, in base a livelli descrittivi diversi: il primo, fortemente strutturato, nel quale confluiscono tutti gli elementi che definiscono l'identità dell'entità descritta; il secondo, di natura maggiormente descrittiva, che si differenzia a seconda del ruolo svolto dall'entità in relazione alla documentazione con cui è in relazione (conservatore, produttore, ecc.). La scheda contenente gli elementi identificativi può essere utilizzata anche come strumento di produzione di indici dei nomi di organizzazioni, istituzioni, enti, persone e famiglie, che si affiancano ad altri indici, quali ad esempio, quello dei luoghi.

Il tracciato dei complessi archivistici (fondo, serie, sottoserie ecc.), proposto da ICAR, è largamente ispirato a quello del Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche, all'interno del quale, oltre che del Sistema Archivistico Nazionale, dovranno confluire nel futuro, per la loro natura giuridica, le descrizioni dei complessi conservati negli Istituti culturali promotori del progetto. Per quanto concerne le descrizioni di unità archivistiche e documentarie si è optato per tracciati modulari che consentano di descrivere non solo documentazione tradizionale ma anche specifiche tipologie documentarie, quali fotografie, mappe, piante, pergamene, registrazioni audiovideo, che sono largamente presenti nel patrimonio archivistico di quegli Istituti.

La collaborazione dell’ICAR al progetto è stata oggetto di un accordo sottoscritto nell’ottobre 2016 in base al quale l'ICAR fornirà consulenza scientifica e assisterà gli Istituti sia nella fase di migrazione dei loro dati sulla nuova piattaforma che nella impostazione e realizzazione dei progetti di descrizione e digitalizzazione del patrimonio archivistico conservato.

L’ICAR ha anche svolto, in collaborazione con l’ICCU e gli Istituti Culturali, una sessione di formazione specifica per gli sviluppatori di 4 giorni dove è stato illustrato il software e condotte esercitazioni. Una sintesi dell’esperienza è disponibile sul sito Il Mondo degli Archivi.

Gestione e manutenzione del software open source MetaFAD

In previsione del rilascio della piattaforma MetaGAD, è stato siglato un accordo-quadro tra Istituto Centrale per gli Archivi, Consorzio degli istituti culturali di Napoli, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche per il coordinamento del progetto.

L’applicativo sviluppato è stato poi successivamente rivisto per ottimizzarlo come codice open source e quindi pubblicato sulla piattaforma di code hosting GitHub.

Sono stati rilasciati i seguenti componenti: il portale di consultazione, l'editor dei metadati strutturali, il visualizzatore degli oggetti digitali, l'applicativo di catalogazione, il complesso dei servizi Java, l'applicativo di Front End del Digital Asset Manager con i servizi REST. E' stata predisposta anche una infrastruttura Docker dedicata.

L'intero progetto è stato rilasciato con AGPL (GNU Affero General Public License).

Nel febbraio 2018, l’ICAR ha anche svolto, in collaborazione con l’ICCU e gli Istituti Culturali, un corso quattro giorni di formazione specifica per gli sviluppatori durante il quale è stato illustrato il software e condotte esercitazioni.



Ultimo aggiornamento: 11/12/2024