Ateneo Veneto
Campo San Fantin 1897, Venezia
16 - 17 gennaio 2020
PRESENTAZIONE
Il convegno, organizzato dall’Ateneo Veneto, in collaborazione con l’Istituto Centrale per gli Archivi e l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza", nasce dalla consapevolezza che nel corso della storia agli archivi sono state attribuite funzioni diverse in relazione agli assetti sociali e alle impostazioni culturali e politiche che ne hanno caratterizzato la formazione e la conservazione, con la conseguente elaborazione di procedure per la gestione delle scritture di volta in volta differenti, a seconda dell’uso cui si intendevano destinare i documenti, all’insegna di un processo evolutivo tutt’altro che concluso.
In età medievale a prevalere fu il concetto di archivio come mezzo per attestare diritti e privilegi goduti dal detentore della documentazione, ma durante la prima età moderna le istituzioni pubbliche maturarono una maggior consapevolezza delle potenzialità del proprio patrimonio documentario.
Proprio in quel frangente, gli archivi statali iniziarono a essere visti come una grande riserva di conoscenza, da utilizzare come strumento politico per affermare la supremazia del “principe” su centri di potere concorrenti, tanto da far parlare di arsenali dell’autorità, trasformandosi, soprattutto a partire dal XVIII secolo, in mezzi per rendere più efficiente e razionale la macchina amministrativa, per divenire, infine, fonti privilegiata per la ricerca storica.
Nella maggior parte delle città dominanti della penisola questo fenomeno produsse, in tempi e secondo modalità diverse, la formazione di immensi complessi documentari e l’istituzione di grandi istituti di concentrazione, di cui i principali Archivi di Stato italiani sono gli eredi diretti.
A partire dalla rivoluzione francese e dalla creazione della monarchia amministrativa, il potere del sovrano trovò un suo contemperamento nella legge e nella trasparenza della pubblica amministrazione, ricercata attraverso gli archivi, garanzia somma della certezza del diritto dei singoli.
Nel corso del Novecento il ruolo degli archivi si è ancora accresciuto, fino ad arrivare alle recenti formulazioni legislative, che consentono al cittadino di controllare l'operato dei pubblici poteri proprio per la sua qualità di cittadino, al di là di suoi interessi privati.
A partire da queste premesse, durante la prima sessione del convegno i relatori si interrogheranno sulle modalità di creazione e conservazione dei patrimoni custoditi in alcuni tra i principali Archivi di Stato, sul ruolo che essi svolgono, o potrebbero svolgere, nella società contemporanea e su come gli archivisti possano rispondere alle esigenze che emergono da una platea di utenti in continua evoluzione.
La seconda sessione si concentrerà, al contrario, sul contributo che altri soggetti, pubblici e privati, forniscono alla conservazione e valorizzazione della documentazione non statale, con l’emergere di questioni in parte eccentriche rispetto alle tradizioni archivistiche che caratterizzano ancor oggi il funzionamento dei grandi Archivi statali e di prospettive di ricerca innovative.
Particolare attenzione, in questa prospettiva, sarà dedicata anche alla storia della formazione dell’archivista, figura professionale che si è dovuta dotare di competenze di volta in volta nuove, per affrontare le esigenze del momento.
Proprio alle sfide emerse soprattutto negli ultimi decenni sarà dedicata la terza e ultima sessione, nella quale saranno affrontati temi di stringente attualità, come il delicato rapporto tra consultabilità, privacy e gestione dei dati personali, le crescenti difficoltà nella gestione di un patrimonio documentario in continua crescita e le potenzialità, ma anche le criticità, rappresentate dall’informatica, sia nel suo rapporto con gli archivi tradizionali, sia nella formazione degli archivi digitali.
PROGRAMMA
16 gennaio 2020, ore 9.00
Saluti istituzionali
Introduzione: Gli archivi nella storia
Raffaele Santoro
ore 9.00 - 13.00
Prima sessione
I grandi archivi
Coordinatore, Gianni Penzo Doria
La Repubblica di Venezia fra costruzione dello Stato e proiezione internazionale nelle carte dell'Archivio di Stato di Venezia
Raffaele Santoro e Giustiniana Migliardi
Firenze tra Medioevo e Rinascimento nelle carte dell’Archivio di Stato. Orientamenti di ricerca e progetti archivistici
Francesca Klein
Una “questione” ancora aperta: le carte dello Stato ecclesiastico fra Archivio di Stato di Roma e Archivio segreto vaticano
Raffaele Pittella
Gli archivi e la storia. Il patrimonio, l’offerta culturale e il pubblico dell’Archivio di Stato di Napoli
Paolo Franzese e Lorenzo Terzi
Tredici secoli negli ottantatre chilometri di scaffali torinesi: ricchezze e lacune di un patrimonio geologicamente stratificato, ancora in buona parte da studiare
Marco Carassi
Il patrimonio dell’Archivio di Stato di Milano e i suoi utenti: un’analisi statistica
Marco Lanzini
ore 14.00 - 17.00
Seconda sessione
Tra pubblico e privato
Coordinatore, Stefano Vitali
La Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari. Lineamenti di una storia
Giovanni Paoloni
I mille volti degli archivi non statali: un valore aggiunto
Micaela Procaccia
La memoria al femminile
Manola Venzo
La digitalizzazione dell’Archivio storico del Banco di Napoli: tecnologie e narrazioni come fonte fra archivi e nuovi pubblici
Sergio Riolo e Andrea Zappulli
Grandi Biblioteche e grandi Archivi: distanze e vicinanze
Stefano Campagnolo
17 gennaio 2020, ore 9.00 - 13.00
Terza sessione
Nuove sfide
Coordinatore, Giovanni Paoloni
Gli archivi nello schermo: aspettative e realtà del digitale
Stefano Vitali
Concordia discors. Prime riflessioni su mezzo secolo di acquisizioni documentarie degli Archivi di Stato
Leonardo Mineo
Le carte sulle stragi e il terrorismo, tra “direttiva Renzi” e processi digitalizzati: possibilità e limiti
Benedetta Tobagi
Protezione dei dati personali e archivi on line
Giulia Barrera
L’applicazione degli algoritmi di long data alla documentazione archivistica
Alessandro Codello
Il processo telematico: conservazione e archiviazione degli atti
Antonio Tallarida
Dibattito conclusivo
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