Biblioteche digitali

La sottosezione contiene informazioni non solo su creazione, organizzazione e gestione, ma anche su contenuti e finalità delle biblioteche digitali

«AIDAinformazioni», 28 (2010), 1-2
Si segnala il fascicolo speciale del periodico dell'Associazione italiana documentazione avanzata, curato da Maria Teresa Biagetti e dedicato alle ontologie. Il numero affronta in maniera approfondita alcune delle principali tematiche collegate alla costruzione di vocabolari controllati, al Web semantico e, più in generale, alla gestione consapevole e "modellizzata" della conoscenza. In particolare, oltre all'Editoriale del direttore della rivista, sono presenti i seguenti interventi: Maria Teresa Biagetti, Presentazione; Maria Teresa Biagetti, Le ontologie come strumenti per l'organizzazione della conoscenza in rete; Maria Teresa Pazienza, Ontologie e Web sematico: proprietà e problematiche connesse al loro uso diffuso; Stefania Costantini-Davide Lanti-Alessio Paolucci, Agenti ed Ontologie: verso la Web Intelligence; Fausto Giunchiglia-Vincenzo Maltese, Ontologie leggère a faccette; Silvia Gaio-Stefano Borgo-Claudio Masolo-Alessandro Oltremari-Nicola Guarino, Un'introduzione all'ontologia DOLCE.
Disponibile all'URL: http://aidainformazioni.it/aidainformazioni.it/indici/tuttonline/2010-12.pdf

"Interoperabilità tra sistemi di biblioteche digitali", Maristella Agosti e Nicola Ferro (DigItalia, anno V, n.1/2010)
Il lavoro presenta le diverse dimensioni che fanno parte del concetto di interoperabilità quando il concetto viene immerso nella realtà delle biblioteche digitali e dei sistemi di biblioteche digitali. Dopo aver analizzato le diverse dimensioni dell'interoperabilità, si esamina l'interoperabilità tra sistemi omogenei, tra sistemi eterogenei ed infine tra sistemi eterogenei che intendono fornire servizi avanzati all'utenza. Per ciascun tipo di sistemi viene studiato un caso significativo, in particolare The European Library, Europeana e un sistema eterogeneo che fornisce ai suoi utenti finali un servizio di gestione annotazioni. Il lavoro riporta, inoltre, alcune considerazioni conclusive sui livelli di astrazione ai quali l'interoperabilità può essere analizzata.
Cfr.: http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/DIGIT%201-2010_riv.pdf?l=it 

Progetto DELOS
Il DELOS Digital Library Reference Model identifica un insieme di concetti e relazioni che caratterizzano il dominio delle Biblioteche Digitali e rappresenta una guida di riferimento per tutte le figure professionali coinvolte nello sviluppo ed utilizzo di tali tipologie di sistema.
Cfr. l'articolo "Una teoria fondazionale per le Biblioteche Digitali: il DELOS Digital Library Reference Model" di Leonardo Candela e Donatella Castelli disponibile all'URL: http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/DIGIT_1-2009_CANDELA.pdf

"Il documento digitale: analisi di un concetto in evoluzione", Mario Sebastiani, (DigItalia, anno III, n.1/2008)
Che cos'è un "documento digitale"? La risposta presuppone a sua volta una qualche definizione di "documento digitale". Ma questo è un concetto mutevole che cambia a seconda delle sollecitazioni provenienti dal campo dell'interoperabilità tra sistemi e della digital preservation. Lo stato dell'arte oggi è tale che possiamo parlare dei "documenti digitali" come se fossero oggetti ben conosciuti, ma appena tentiamo di darne una definizione rigorosa, restiamo letteralmente senza parole. L'impulso spontaneo, nel tentare di definire questo concetto, è quello di equiparare il documento digitale ad un file di computer. Questo rende il documento digitale simile, sotto il profilo dell'unitarietà, al documento tradizionale. Ma, in realtà, un singolo documento digitale, strutturato in maniera adeguata per ottemperare ai vincoli connessi all'interoperabilità e alla preservation, è composto da una molteplicità di file distinti che assolvono a molteplici compiti differenti. In primo luogo vi sono i file di contenuto e i file di metadati. Ma anche i file di contenuto, a loro volta, possono essere molteplici: ad esempio testo e immagini, di uno stesso documento digitale, possono essere contenuti in file separati. Vi sono poi metadati per i contenuti e metadati per gli aspetti tecnici dei file (formati, ecc.). La complessità è notevole eppure la propensione a considerare il documento digitale come sostanzialmente analogo al documento tradizionale, persiste tenacemente. Probabilmente, contribuisce a ciò lo sforzo, lodevole, di rendere quanto più possibile "amichevoli" le tecnologie dell'informazione. L'articolo presenta un'indagine non sistematica e non esaustiva nel calderone degli standard e dei progetti attuali in materia di digitalizzazione, sufficiente però a produrre l'impressione che il concetto di documento digitale, lungi dall'essere definito una volta per tutte, sia tuttora un concetto in evoluzione. L'indagine è rimasta confinata principalmente alla letteratura professionale e ai progetti di area anglosassone, dove abbondano gli studi nel campo delle tecnologie dell'informazione, con particolare riferimento all'interoperabilità e alla preservation.
Cfr.: http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/digitalia20081_SEBASTIANI.pdf

 "Concetti e modelli della biblioteca digitale: risultati di uno studio Delphi", Anna Maria Tammaro, (DigItalia, anno II, n.2/2007)
Il presente studio è stato realizzato nell'ambito del Progetto della Fondazione Rinascimento Digitale dal titolo Digital Libraries Applications, concluso nel 2006. Il Gruppo di studio del Progetto raccoglieva circa trenta esperti, non solo bibliotecari, provenienti da diversi ambiti disciplinari e professionali. Un argomento a lungo discusso dal Gruppo di studio è stato quello della definizione di biblioteca digitale, anche analizzando la letteratura sul problema, che evidenzia approcci diversi di diverse comunità di esperti. L'esperienza del passato e quindi l'esperienza personale, che ciascuno degli esperti porta con sé, sembra vincolare la visione stessa del servizio e spesso il futuro che la biblioteca digitale potrebbe avere. Il Gruppo di studio si è infine accordato su una definizione funzionale di biblioteca digitale ma, alla fine del Progetto, si è cercato ancora di completare uno studio dei concetti diversi della biblioteca digitale. L'obiettivo dello studio è stato quello di portare in superficie i differenti modelli esistenti della biblioteca digitale in esperti provenienti da diverse comunità, per un esame consapevole e una scelta informata sul tipo di approccio alla biblioteca digitale da scegliere. La metodologia utilizzata è stata tratta dallo studio Delphi.
Cfr.: http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/digitalia20072_TAMMARO.pdf