Conservazione in ambiente digitale

La sottosezione contiene informazioni sulla conservazione in ambiente digitale con  riferimento al quadro normativo italiano e analizza le criticità e le opportunità della conservazione dei documenti digitali, confrontandole con criticità ed opportunità della conservazione dei documenti cartacei.

 

"Il paradosso della conservazione digitale: riflessioni sull'autenticità", Giovanni Michetti (DigItalia, anno V, n.2/2010)
L'autenticità è uno dei nodi cruciali della conservazione a lungo termine degli oggetti digitali: nonostante gli sforzi e le iniziative di ricerca promosse a livello internazionale, la comunità scientifica non dispone oggi di una teoria compiuta dell'autenticità in ambiente digitale, pur potendo fare riferimento ad un corpus diArchium Publicum analisi, riflessioni e materiali ormai consolidato. Il presente articolo si inserisce nel dibattito in materia e, prendendo le mosse dal carattere paradossale della conservazione digitale, in bilico fra le opposte esigenze di trasformazione e di non alterazione degli oggetti, suggerisce degli elementi di riflessione per una migliore definizione del concetto di autenticità. Sulla base delle considerazioni introdotte, viene poi illustrato sommariamente il modello di autenticità elaborato all'interno del progetto europeo CASPAR e sviluppato coerentemente con l'approccio concettuale proposto nella prima parte del saggio.
Cfr.: http://digitalia.sbn.it/article/view/237

"Magazzini digitali: dal prototipo al servizio", Giovanni Bergamin e Maurizio Messina (DigItalia, anno V, n.1/2010))
Il progetto Magazzini digitali, avviato nel 2006 dalla Fondazione rinascimento digitale, dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze e dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma si propone ora di mettere a regime un sistema per la conservazione permanente dei documenti elettronici pubblicati in Italia e diffusi tramite rete informatica, in attuazione della normativa sul deposito legale (L. 106/2004,d.p.r. 252/2006).
Cfr.:  http://digitalia.sbn.it/article/view/259

"Gli archivi come depositi di memorie digitali", Maria Guercio (DigItalia, anno III, n.2/2008)
La conservazione di archivi digitali è uno dei temi più impegnativi e complessi che la comunità degli archivisti (e in generale di coloro che operano nelle istituzioni della memoria) è oggi chiamata ad affrontare. Nonostante un decennio di dibattiti e ricerche, non solo mancano soluzioni complessive, ma sono insufficienti (soprattutto a livello nazionale) le iniziative di formazione e le attività di sperimentazione. La stessa terminologia avrebbe bisogno di approfondimenti e rivisitazioni, così come sembrano inadeguati i processi conservativi utilizzati in ambito tradizionale che, nel mondo archivistico, sono ancora riconducibili a quel modello "policentrico" che mal si concilia con le esigenze di cooperazione e condivisione di risorse e strumenti del mondo digitale. L'articolo analizza in particolare il nodo dei "depositi digitali archivistici" dal punto di vista delle responsabilità specifiche anche alla luce di una ricostruzione storica del dibattito che ha interessato la comunità professionale internazionale nella seconda metà degli anni Novanta. La contrapposizione tra i sostenitori della funzione conservativa in house, ovvero affidata alle istituzioni archivistiche nazionali (gran parte delle tradizioni archivistiche europee e nordamericane) e la visione post-custodial, promossa dalla scuola australiana, a favore di una gestione distribuita affidata direttamente ai soggetti produttori di documenti è ormai largamente superata sia perché le istituzioni non si sono sottratte alla funzione conservativa (inclusi i National Archives of Australia), sia perché la riflessione avviata allora ha fatto maturare una generale consapevolezza sulla rilevanza di standard precoci in grado di assicurare che le fonti e i sistemi documentari siano predisposti sin dall'origine con procedure e formati finalizzati alla conservazione futura. In Italia, inoltre, sono in fase di progettazione importanti progetti regionali finalizzati alla creazione di depositi di concentrazione delle memorie digitali nel settore dell'e-government, in grado di dar vita a modelli innovativi di cooperazione.
Cfr.: http://digitalia.sbn.it/article/view/280

"Il Centro di fotoriproduzione, legatoria e restauro degli Archivi di Stato: la conservazione dei file digitali e dei loro supporti", Gigliola Fioravanti (DigItalia, anno I, n.1/2006) 
L'articolo illustra il contesto delle problematiche della conservazione dei beni documentari, comprendendo sotto lo stesso denominatore la fragilità dei supporti tradizionali e quelli promossi dalle nuove tecnologie e presentati dai "nuovi archivi". Viene, quindi, presentato il quadro delle attività necessarie per la produzione dei documenti digitali, la loro conservazione, il monitoraggio dei supporti per la distribuzione sotto il profilo del loro possibile deterioramento e dell'obsolescenza tecnologica. Si propone, infine, il ruolo per l'assistenza tecnico-scientifica del Centro di fotoriproduzione, legatoria e restauro degli Archivi di Stato (CFLR) anche come sede per un digital repository.
Cfr.: http://digitalia.sbn.it/article/view/315